"Mentore e faro spirituale di quest'Ordine fu il compianto Dr. Israel Regardie. L'Ordine odierno non rivendica una
successione istituzionale rispetto all'Ordine Ermetico della Golden Dawn® (H.O.G.D.) originario bensì una successione
iniziatica attraverso Israel Regardie." - Ciceros
 
 
     
     
             
 
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Nella spiegazione dei Simboli del Tempio, l’attenzione è guidata verso il significato mistico generale delle Due Colonne. Nel Capitolo IX del Rituale dei Morti, esse vengono chiamate « le Colonne di Shu », « le Colonne della Luce dell'Alba » e anche « le Colonne Nord e Sud del Portale della Sede della Verità ». Nel Capitolo XII, sono rappresentate dalla porta sacra, la porta cui viene condotto l'Aspirante quando ha completato la Confessione Negativa. Le figure arcaiche su una Colonna sono dipinte in nero su bianco, e quelle sull'altra in bianco su nero, per esprimere l'interscambio e la riconciliazione delle forze contrastanti e l'eterno equilibrio della luce e delle tenebre che dà forza alla natura visibile.

Le illustrazioni riportate sulle Colonne sono tratte da disegni del XVII e del CXXV capitolo del Rituale dei Morti, il Libro egizio del Per-em-Hru o Libro dell'Uscita alla Luce del Giorno, il libro piú antico finora scoperto al mondo.

Il Rituale dei Morti, parlando genericamente, è una raccolta di inni e di preghiere, in forma d'una serie di Rituali Cerimoniali, che hanno lo scopo di permettere all'uomo di unirsi con Osiride il Redentore. « Affinché anch'essi possano essere Uno di noi ». « Io sono Osiride », diceva l'uomo purificato e giustificato, con l'anima luminosa mondata dal peccato nella luce immortale e increata, unito a Osiride, e perciò giustificato, e figlio di Dio; purificato dalla sofferenza, fortificato dal l'opposizione, rigenerato dal sacrificio di sé. Questo è l'argomento del grande Rituale egizio.

 

Il momento più importante del Libro dei Morti era la psicostasia. L'anima del defunto veniva posta sul piatto della bilancia e contrappesa alla dea Maat: se i piatti si equilibravano il defunto entrava nel regno di Osiride; in caso contrario veniva divorato.

L’Aspirante, simboleggiato dal defunto, per raggiungere l'aldilà, il luogo dell’Immortalità, doveva superare il giudizio del tribunale presieduto da Osiride che esercita il suo potere avvalendosi di 42 giudici in rappresentanza dei peccati.

I quarantadue Giudici dei Morti sono rappresentati seduti in una lunga fila: ognuno di essi deve essere chiamato per nome, e si deve negare il Peccato su cui egli presiede. Questo tribunale, raggiunto grazie all'aiuto di Anubi, giudica i morti pesandone il cuore sulla bilancia della giustizia della Dea Maat.

Sui piatti di questa bilancia vengono posti il cuore del morto e una piuma che simboleggia la giustizia. la Dea Maat. Gli antichi egizi pensavano che il cuore, sede di pensiero, bontà e sentimento, privo di peccati fosse più leggero di una piuma e perciò, in tale modo, il tribunale poteva giudicare il defunto. Nel caso in cui il cuore non superasse questa prova, un essere chiamato Anut lo divorare precludendo al defunto il passaggio nel regno dei morti.

Questa era la Confessione Negativa, la tradizionale dichiarazione di innocenza (dal Papiro di Ani) di fronte a Osiride:

  1. Non ho detto il falso
  2. Non ho commesso razzie
  3. Non ho rubato
  4. Non ho ucciso uomini
  5. Non ho commesso slealtà
  6. Non ho sottratto le offerte al dio
  7. Non ho detto bugie
  8. Non ho sottratto cibo
  9. Non ho disonorato la mia reputazione
  10. Non ho commesso trasgressioni
  11. Non ho ucciso tori sacri
  12. Non ho commesso spergiuro
  13. Non ho rubato il pane
  14. Non ho origliato
  15. Non ho parlato male di altri
  16. Non ho litigato se non per cose giuste
  17. Non ho commesso atti omosessuali
  18. Non ho avuto comportamenti riprovevoli
  19. Non ho spaventato nessuno
  20. Non ho ceduto all'ira
  21. Non sono stato sordo alle parole di verità
  22. Non ho arrecato disturbo
  23. Non ho compiuto inganni
  24. Non ho avuto una condotta cattiva
  25. Non mi sono accoppiato (con un ragazzo)
  26. Non sono stato negligente
  27. Non sono stato litigioso
  28. Non sono stato esageratamente attivo
  29. Non sono stato impaziente
  30. Non ho commesso affronti contro l'immagine di un dio
  31. Non ho mancato alla mia parola
  32. Non ho commesso cose malvagie
  33. Non ho avuto visioni di demoni
  34. Non ho congiurato contro il re
  35. Non ho proceduto a stento nell'acqua
  36. Non ho alzato la voce
  37. Non ho ingiuriato dio
  38. Non ho avuto dei privilegi a mio vantaggio
  39. Non sono ricco se non grazie a ciò che mi appartiene
  40. Non ho bestemmiato il nome del dio della città
  41. Non ho alterato il peso della bilancia
  42. Non ho barato sui terreni

Una volta ottenuto il consenso del tribunale il “ba” giunge davanti al traghettatore. Il “ba” deve rispondere esattamente alle domande del traghettatore e superare una serie di demoni tra cui il “ficcanaso”, “l'urlatore”, “il succhiatore di sangue”, per passare nel regno di Osiride, il paradiso, chiamato dagli Egizi "campo dei giunchi". Per superare i demoni era necessario conoscerne i nomi che sono riportati nel Libro dei Morti.

 

 
   



 
 

 
   
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